Dora Pfanova

(Zemun, 1897 – Zagabria, 1989)

 

I GIORNI   (Dani)

I giorni che hai sacrificato ad una meta inutile, si sacrificano da soli, secondo uno scopo profondo che li conduce nel paese da cui non si torna.
Mai la mia mano è riuscita a coglierli per farne un mazzo, odoroso ed appassionato, e a saziarsi del loro respiro. Vengono e se ne vanno all’infinito, girano una volta davanti a me e partono, come se il loro senso sia nullo. Eppure il loro corso lento significa una vita che davanti allo Spirito del mondo non è minore rispetto ad altre vite che a lui innalzano i loro cuori senza dir parola.

(POESIE ESTIVE II, 1919; POESIE I, 1932)

 

LA BOCCA   (Usta)

          La tua bocca è chiusa alle parole e al suono, ma la linea della morbidezza amorosa s'apre al silenzio. Ascolti e quanto il Senso ti dia ed è il bacio.
          Lo stesso bacio lo do e lo ricevo anch’io a passo di danza e ballando lontana da te, con la testa china voltata da me ricevo il bacio e lo do e inconsciamente le mie braccia si aprono e si allargano per abbracciarti e cingerti.
          Mi stringe sul petto il Grande Senso e tace.
          Un desiderio smisurato ci chiama e il Grande Senso risponde col silenzio. Non bramare, caro, che c’incontriamo – Il nostro appuntamento è sicuro com’è sicuro l’incontro tra suono e quiete, luce e buio, che si congiungano in un riverbero che danzi abbracciato sui grandi pavimenti del Silenzio.

 

FANTASTICHERIA  (Sanjarija)

          Sussurrami.
          Il sussurro è un dolce acquietarsi. Cedi dolore, tu sei stanco, còricati come un leone selvaggio quando la notte scende sul deserto.
          Sussurrami, la luna appare incredibile, grande come un ammonimento. Filtra l’aria fredda, stormisce per il cielo oscuro: è ieri oppure oggi?
          È forse domani, che stormisce.
          Domani è l’ignoto.
          Sussurrami, non esiste nulla fuorché l’amore. E soltanto c’è l’adesso. L’adesso è il momento in cui si china la testa e si ascolta l’ora. Il passato è spettro e il futuro è spettro. Ho paura. Sussurrami.
          Stormisce qualcosa tra le fronde. Dio è in qualche luogo, però da lui mi separano gli uomini. Non lo trovo in città.
          Sussurrami che l’amore esiste, e che tu sei suo fedele.

 

(Ti još negdje živiš sa plavim)

Tu da qualche parte vivi ancora con occhi
azzurri e sei portato dalla vita, dall’onda.

Anch’io portata dalla vita, dall’onda.

Portata via, lontano da te,
da me e dalla gente.

Perciò guardo, fisso
tutt’intorno a me, guardo
e sono lontana da tutto, fuori di tutto
sono, fuori della vita

Anch’io portata dalla vita, dall’onda –

(POESIE II, 1938)