Drago Ivanišević

(Trieste, 1907 – Zagabria, 1981)

 

LA FRANA  (Odron)

Di colpo di notte sparisce la fiamma
parte per parte ti tolgono la vita
tutti gli amici e i conoscenti
che con fiori o senza fiori se ne sono andati in qualche luogo
e sempre più ti trascinano nel loro breve sogno
invisibili parlano con te al sole
e al buio o nelle piogge ti mettono la mano sulla spalla
quante mani!
infatti tu giaci tra di loro ma non riesci ad abituarti
per la salita faticosa faticosamente procedi per la scala fredda
vaneggi frutti verdi distesi sulla costa
che sempre più s’allontana e lontana crolla

(GIOCO DEGLI DEI O DESERTO D'AMORE, 1967)

SENZA TITOLO I  (Bez naslova I)

 

Il mondo cessa e lo sol diggià tramonta
Glagolita ignoto

S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo
Cecco Angiolieri

Sangue che urla per la strada,
Sangue che il suo trionfo solennizza,
Sangue che la pietà in sé strozza,
Sangue sull’orba alabarda.

Sangue che imperversa per la strada,
Sangue che scorda la vittima.
Sangue che l’estinto non stima,
Sangue sgozzato dall’omicida.

Sangue che nel sangue si bagna,
Sangue che folle al sangue ghigna,
Sangue per sangue lagrima.

Sangue dei morti succhiato dal verme,
Sangue del male che procrea cadavere e carogna,
Sangue e sangue, sangue e sangue, e sangue.

Zagabria, 1941

FONTE, FONTE INCESSANTE, 1970)

 

UN’ALTRA LIBERTÀ  (Druga sloboda)

Le formiche lasciarono la mia casa
Vedo il cadavere mio ed il tuo
Cadaveri sul fondo del lago notturno
dove il nero sole brilla

Così sono liberato da ogni apparenza
(col sudore della vostra fatica
amici sempre ignoti
ho lavato gli occhi sonnolenti)

Cammino leggero per gli specchi
tuoi ed i miei

Ripeto
da quando intesi il primo morto
acquistai la libertà

È libero chi accanto a me
sull’altra riva giace immobile
e intimamente con me conversa
Intorno a lui gli dei abbattuti girano invisibili
e di continuo di continuo
quieti dal capo gettano l’alloro fra le spazzature

Ma da questa riva qui
dove tu ed io dimoriamo
spuntano sui capi degli dei
sempre nuovi germogli d’alloro
Ed è dicono la storia

Toglietemi dagli occhi questo morto morto
sparisca pure dietro gli angoli delle case

Toglietelo grido dai tetti

Tutto gli ho perdonato da tempo

Zagabria, maggio 1970

 

BUIO  (Tama)

Omaggio a Hölderlin

So ora la luce sotto i pini
le mie divinità denudate giacciono
vicino al mare sulla spiaggia

Qui su quest’asfalto
fra un mucchio di tegole dietro i monti
insistente mi strugge il buio

Oh se potessi, dei,
penetrare almeno per un attimo nel candore
della gioventù lavata
sentire il vostro respiro, oh dei lontani,
se potessi la palma della mano
vostra sentire per un attimo sulla mia fronte

So che siete, lontani, sulla spiaggia denudati
la luce nella luce e c’è sentiero per raggiungervi
ma il buio mi cattura, resto al buio,
raggiungervi, dei, non posso

(MELA DI FANGO, 1971)

 

BALLATA  (Balada)

Aveva i denti
ormai non li ha
pioveva pioveva
e pioverà

Le mani indebolite
ormai non le ha
pioveva pioveva
e pioverà

I piedi intirizziti
ormai non li ha
pioveva pioveva
e pioverà

Visse la vita
e più non ce l’ha
pioveva pioveva
e pioverà

(LA STORIA, 1974)