Dubravko Ivančan

(Krapina, 1931 – Zagabria, 1981)

 

 

SIEPE DI ROSE   (Ograda od ruža)

Il giardinetto in cui lei giocava
era separato
da una siepe di rose.
Ogni mattino
io nascosto,
dietro la siepe di rose,
la guardavo vezzeggiare
una bambola viziata,
che non voleva svegliarsi per niente.
L’avrei svegliata io,
le avrei strappate gambe e braccia,
solo se avessi osato saltare
oltre la siepe di rose.

 

LE BAMBINE   (Djevojčice)

Innanzi tempo il mondo stanca le bambine.
Non sopporta la loro dolce trascendenza.
Presto s’impadronisce di loro
e perciò a volte nei loro occhi
s’accendono i sorrisi tristi da donne.

Se ne vanno silenziose
e assorte stanno sedute accanto alle finestre.
Gli sguardi infantili
vagano dietro fiori e farfalle,
o bramosi seguono i giocattoli.
Ed esse già cercano il cielo della sera.

Forse hanno appreso qualcosa sul mondo.
Ogni tanto vengono sorprese
mentre trepidamente chiudono gli occhi
quasi presagissero i passi del loro primo amante.

(NOTTE LIBERA, 1957)

 

ALBERI  (Stabla)

Dagli alberi comincia
l’altra
metà dello spazio.

 

SUL PONTE   (Na mostu)

Sul ponte – il fiume
dei passanti. Il fiume
– sotto il ponte.

 

SOLITUDINE  (Samoća)

La porta si è dischiusa.
Vuole il corridoio
entrare nella stanza?

 

LA DONNA   (Žena)

La donna come su un quadro antico.
Sono occhi
– anche i suoi orecchini…

(ALI DI FARFALLA, 1964)

 

(Da altri HAIKU senza titolo, scelta)

 

Sempre cresce di nuovo
l’albero spumeggiante
della bianca fontana.

(SEMPRE CRESCE DI NUOVO L'ALBERO
SPUMEGGIANTE DELLA BIANCA FONTANA , 1968)

 

Sono disteso in barca.
L’onda
si versa su una stella.

 

Porto metropolitano.
Il grattacielo d’un bastimento
salpa verso l’alto mare.

(IL MARE, 1974)

 

Dormi bambino!
Già
volano i pipistrelli!

                                                                     Parigi


La metropolitana si ferma
per un istante. Dalla panchina del marciapiede
porta via i passeggeri.

 

L’uccello vola;
la farfalla
scorrazza nell’aria.

 

Si disgiunse
il fiore – due
farfalle!

 

Afoso
giorno estivo. Risuona
la campana del cielo!

 

Mi accostai appena
alla rosa
– e si dissipò.

 

Deserto campo di gioco.
Dondola ancora
una vuota altalena!

 

Sto disteso
nell’erba. Il cielo
non falciato.

(CIELO VERDE, 1981)