Nota redazionale


Per iniziativa del Corriere della Sera (di cui Giuliano Gramigna è stato collaboratore, recensore e saggista per quasi tutta la sua vita letteraria), e a cura – prefato da una corposa e sapiente introduzione storica e stilistica – di Paolo Di Stefano, poco tempo fa è uscito per Bruno Mondadori il volume Viaggio al termine del Novecento. Il romanzo italiano da Pasolini a Tabucchi. Si tratta della selezione antologica di ben ottantadue recensioni pubblicate sul quotidiano (ma in piccola parte anche su altri fogli) dal 1955 al 2003. Sono quelle letture, recensioni ed elzeviri, appunto via via datati all’uscita dei testi, che Gramigna con una maestria stilistica e appassionata eccezionale sapeva – sapientemente e in poche pagine - approfondire con straordinaria sinteticità. Potremmo dire la storia del romanzo italiano del secondo Novecento.

L’iniziativa di raccogliere alcuni rari ma corposi interventi dello scrittore e poeta venne progettata fin dal 2007, data dell’uscita del n.43-45 di questo periodico, Testuale, critica della poesia contemporanea. L’antologia medesima comprende sia ricerche sulla poesia, sia letture sulla prosa, compresi testi e intenzioni squisitamente teorici. Il titolo del volume che venne pubblicato nell’ambito della sequenza trentennale della rivista (creata con Giuliano Gramigna medesimo, Gilberto Finzi e Gio Ferri, cofondatori e condirettori dal 1983) veniva da una espressione del stesso scrittore: Nel fare scrittura – Saggi.

Mentre la meritevole attuale impresa di Paolo Di Stefano si qualifica per date e spazi certi (quelli appunto delle uscite dei libri e delle recensioni), il lavoro di Testuale, compreso quello di questo numero 53/2014, pur favorito dalla disponibilità della famiglia e dalla generosa mediazione di Cesare Viviani (che con Gramigna e la sua famiglia medesima era stato sodale per molti decenni) ha creato e creerà per altre possibili edizioni alcune difficoltà di tempi e di luoghi: Gramigna correggeva e autografava manualmente, ma i dattiloscritti non recavano alcuna datazione o luogo di pubblicazione: va notato tuttavia che sovente si trattava di appunti seppure assai approfonditi, forse inediti o usciti anticamente su riviste o in atti di conferenze e convegni, a noi per altro sconosciuti.

Alla suddetta antologia e a questa che ora pubblichiamo non va quindi attribuita alcuna chiara e conseguente cronologia.

Un solo lunghissimo saggio La forma del delitto (che l’autore ha sottolineato manualmente quale «Preliminari a un esame delle strutture e del linguaggio della narrativa poliziesca»), grazie a un inciso nel testo, è citata la data del 1976, in quanto l’autore medesimo richiama un articolo sull’argomento apparso in quell’anno su Rinascita.

A parte gli altri due più brevi interventi (Dino Buzzati: esperimento di magia e Nomi, genealogie, romanzo familiare) va sottolineata per La forma del delitto una peculiarità stilistica che parrebbe contrastare con la capacità di sintesi propria di Giuliano Gramigna. In realtà si tratta appunto di preliminari a un seminario tenutosi in varie giornate presso L’Università degli Studi di Urbino – Laboratorio di scrittura – Corso di aggiornamento in Linguistica generale. Questa complessa occasione didattica giustifica l’acribia della ricerca, della domanda e quindi dello stile in buona parte differenti dalle consuete sintetiche misure lessicali e stilistiche del nostro autore.

La seconda sezione della rivista, come di consueto, è dedicata alla rubrica Letterale, a cura di Gio Ferri


Come è noto la rivista è pubblicata in web al sito www.testualecritica.it e può essere facilmente consultata, letta, scaricata e stampata come è già avvenuto per i numeri precedenti.