Alessandra
Carnaroli, “Primine”
Prefazione
Andrea Cortellessa
Edizioni
“del Verri”, Milano 2017
Michelangelo
Coviello, “La primavera fa ridere i polli”
Prefazione
Milli Graffi
Edizioni
“del Verri”, Milano 2017
Michele
Zaffarano, “Power Pose”
Edizioni
“del Verri”, Milano
I volumi sopra indicati fanno parte della prestigiosa “Collana rossa” de Le edizioni del Verri. Si tratta di testi di complessa interpretazione, la cui dismisura sintattica e poetica viene messa in evidenza soprattutto in questi casi dalle articolate e significative prefazioni di Milli Graffi (direttrice della collana medesima), e di Andrea Cortellessa. Sono anch’esse di profonda complessità e tuttavia di esaustiva rivelazione. Al di là di questa nostra breve segnalazione non è possibile farne una sintesi, quindi è demandata al lettore delle poesie e delle prose raccolte lettura e relative presentazioni.
Per Coviello, Milli Graffi segnala in conclusione “un’inversione dei codici che pensa al futuro con accertata speranza”. Oltre quindi le antiche epifanie delle esaurite neoavanguardie e delle propensioni sentimentali (che erroneamente vengono sottolineate ancor oggi, in un clima di ritorno all’ordine, come parola appagante, o svalutata disposizione protestataria).
Andrea Cortellessa, per Alessandra Carnaroli , in un vasto excursus storico-critico, va dalla condizione ‘selvaggia’ di Italo Svevo, la vecchiaia e di contro la giovinezza, per riprendere il Fanciullino pascoliano : in un linguaggio povero che in effetti si presenta come una scrittura dell’interiore trauma giovanile.
Michele Zaffarano, privo qui di una prefazione critica, si presenta da sé dichiarando esplicitamente di tenere sotto controllo / tutti i complessi che mi passano / dentro di me… Un vigile progetto che in effetti di fatto, e lo vedremo, si risolve in una ossessiva dichiarazione di sé che confida (vanamente?) nel coraggio, … a dispetto turbato del … dubbio / che ti convince del dubbio…
Ma queste tre innovative esperienze psicologico-scritturali – ferme le vastissime attraenti e conturbanti prove di ognuna – hanno in comune, un punto di vista sensitivo, attraverso una insistente avventura grammaticale e sintattica, che Jakobson definisce shifters, deittico. Vale a dire fattore che mostra, indica elementi linguistici, spazio temporali, non espliciti a livello di un significante che nasconda modo, tempo, persona.
Leggiamo qualche esempio esplicativo attraverso, appunto, la scrittura poetica:
Michelangelo Coviello
……
Dalla
rosa il paradiso
non
sarà mai più diviso
dalla
lingua la parola
non
sarà mai più da sola
la
pantera è il suo profumo
il
giardino il suo linguaggio
e
del poeta il suo raggrumo
è
per lei continuo oltraggio
Tutto ciò che appartiene al codice e rinvia al messaggio ha la funzione di deittico, e il senso deve essere determinato in rapporto all’interlocutore, variando con la situazione comunicativa. A chi si rivolge “Dalla rosa al paradiso / non sarà mai più diviso…”. Chi? E quando? E come? Comunque il ritmo battente rivela, in dismisura, una storia d’eventi prolifici e polimorfici che cercano l’interlocutore e lo trovano nel detto poetico.
Alessandra Carnaroli
……
la
maestra se dice sud
mi
guarda
come
se sono
una bussola
……
sono
scappata di casa due volte
ti
aspettavo sulla porta
con
la mano stretta alla maniglia
volevo
che mi dicevi
fermati
perché
ero tua figlia
……
babbo
vuole
che faccio
calcio
divento
un maschio
in
tutto
mamma
non vuole dargli contro
farà
una femmina
un
giorno
per
insegnargli
danza
E’ noto quel racconto o film dal titolo “Io speriamo che me la cavo”…..Risposta a un tema della scuola elementare che sott’intende: “Riuscirai? Cosa vuoi fare da grande…?”. Il linguaggio infantile rivela tutta una serie di cose viste, ben comprese ma non esprimibili tramite una corretta regola grammaticale. Ancora una volta il ‘’Fanciullino” cerca l’interlocutore, spaesandosi sui tempi e i modi regolati dalla proposta scolastica.
Michele Zaffarano
……
Uso
pronomi personali
uso
verbi incisivi
non
ho nessuna difficoltà
a
manifestare il mio disappunto
non
nascondo le mie emozioni
Non
mostro incoerenzatra
quello che comunico a parole
quello
che comunico con i gesti
del
corpo.
……
A
volte
quando
lui chi parla
cerca
che
mi cambia
l’opinione
di me
quando
lui chi parla
cerca
che
mi influenza di me
con
quello che dice
io
faccio il ricorso
alle
tecniche per la difesa
alle
altre tecniche ancora.
La
tale altra tecnica ancora
che
faccio
l’uso
per
la difesa
nella
comunicazione
è
efficace
consiste
che faccio
l’attenzione
a
cosa che dice
lui
chi sta parlando
delle
parole
non
a cosa che penso
che
lui sta pensando
dei
pensieri……
Dominano ancora l’anagrammatica e l’asintattismo. L’interlocutore è presente, tuttavia non nell’evento ma nel tempo interiore. E la persona si rivela secondo una tecnica falsa rispetto alle regole.